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INTERVISTA A UN BALLERINO NATO

  • RedattriceChiara
  • 25 gen 2021
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 26 gen 2021

Cari lettori, in questo numero intervisteremo un esperto in questo campo: Jacopo Brognoli, nonché mio insegnante di hip hop. Facciamogli qualche domanda sull’argomento…


_ Dove e quando è nata la tua passione?


Fin da piccolo ballavo quando sentivo della musica, di qualsiasi genere; in particolare mi ricordo che quando c’erano le canzoni di Striscia la Notizia mi scatenavo. Ho frequentato il mio primo corso di danza quando avevo 8 anni, ma l’ho interrotto subito, poiché ero troppo piccolo per reggere il peso dei commenti delle persone che pensavano che la danza fosse solo uno sport per ragazze. Ho ripreso poi a 12 anni, con molto coraggio, solo che, casualità vuole, i miei genitori non potevano accompagnarmi alla scuola di danza, allora ho abbandonato le lezioni. Quindi poi ho ricominciato a 15 anni.


_ Che scuola di ballo hai frequentato? Quanti anni avevi?


A 17 anni ho deciso di intraprendere il mio percorso nel mondo dello spettacolo e mi iscrissi a un’audizione per entrare al MAS di Milano (Music Art & Show), senza dirlo ai miei genitori che non avrebbero sicuramente approvato, dato che frequentavo ancora il quarto anno di un liceo scientifico. Sinceramente non credevo di passare, perché obiettivamente non avevo mai praticato questo sport a livello professionale e non avevo mai recitato (sì, dovevo anche recitare), ma ce l’ho fatta. Quando lo dissi a mio padre, non ne fu molto felice, ma mi disse che, se fossi riuscito a guadagnare i soldi per l’iscrizione entro l’inizio dell’Accademia, mi avrebbe permesso di frequentarla. Sono riuscito a guadagnarmi i soldi e così ho iniziato la quarta liceo andando tre volte a settimana a Milano per le lezioni di ballo, canto e recitazione. Chiaramente lo studio è stato un grosso problema: a 17 anni magari credi di poter conquistare il mondo, ma alla fine non è così facile. Riuscii a finire il liceo impegnandomi molto sia nello studio sia nell’Accademia.


_ Qual è il tuo stile di ballo preferito?


Probabilmente lo stile di ballo del musical, che è come se fosse un insieme di tanti stili diversi. Se intendi qualcosa di più specifico direi lo stile house, che è una ramificazione dell’hip hop.


_ Che emozioni provi quando balli?


È come se fosse elettricità! _ Billy Elliot

Questa è la citazione che rappresenta perfettamente l’emozione che provo quando ballo: è come se fosse una scintilla che scaturisce nel mio corpo e che scatena qualcosa quando sento la prima nota di una canzone o quando vedo i miei studenti ballare.


_ C’è un tuo ricordo legato al ballo che ti emoziona ancora adesso?


Sì, è questo: era la mattina delle prove generali per uno dei miei primi lavori al Forum di Assago, per la festa dei 30 anni di Radio Deejay; la sera stessa ci sarebbe stato lo spettacolo con anche diversi artisti, come Gerry Scotti, Sia, Jovanotti e molti altri. Mi sentivo molto felice di averli così vicini, dietro le quinte con me. Ma l’emozione più grande è stata uscire dalle quinte e guardare il pubblico davanti te, di circa 10.000 persone. Non riuscivo a smettere di sorridere!


_ Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?


I miei obiettivi diciamo che mutano col tempo: a 18 anni il mio sogno era quello di diventare famoso; a 20 era di riuscire a finire l’Accademia, e ovviamente di diventare famoso; a 23 invece l’essere famoso è passato in secondo piano e l’unico mio sogno era di ballare. Adesso invece, il mio sogno è di gestire un teatro e i suoi eventi, che possono essere culturali, teatrali o musicali; non è più ballare, anche se mi rende sempre felice ed è la mia passione, ma far ballare i miei allievi e vederli crescere e mettere in scena saggi o spettacoli mi rende ancora più felice. E’ per questo che molte volte ai saggi piango. Mi da molta soddisfazione e mi riempie il cuore.


Grazie Jacopo per queste risposte piene di gioia! Grazie anche a voi cari lettori che avete letto questo articolo, spero vi sia piaciuto. Alla prossima!

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